IL SANTUARIO

Il Santuario

Il Santuario della Madonna dell’Avello sorge sul colle della contrada di Cerezzata. Risale al sec. XV. La statua della Madonna, definita anche "Madonna contadina", è in pietra locale dipinta ed è ritenuta “l’immagine della Madre di Dio in pietra dipinta più antica in terra bresciana” (Padre Murachelli, 1956).

LA LEGGENDA DELLA PASTORELLA SORDOMUTA


La leggenda narra di un fatto miracoloso che coinvolse la Contrada. Una pastorella sordomuta giocando nei dintorni del colle cerezzatese dove conduceva, come suo solito, le pecore al pascolo, infilò il bastone in una crepa della roccia e nello sforzo di ritirarlo diede un urlo riacquistando la parola. Scese in contrada nel suo nuovo stato e subito si gridò ad un miracolo della Madonna. La gente accorse sul posto e trovò sulla roccia una statua della Madonna, che denominò appunto dell’Avello (=pietra).

Con un paio di buoi la si volle portare in contrada, ma le bestie si arrestarono a metà strada e non vollero proseguire oltre. Fu il segno che la Madonna voleva che lì si costruisse il Santuario in suo onore. Fu ciò che fecero i Cerezzatesi, dando inizio a una devozione mariana che sarebbe cresciuta sempre più nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

AMPLIAMENTI E TRASFORMAZIONI

Fede e devozione sono all’origine del Santuario, il quale subì ampliamenti e trasformazioni nei secoli seguenti. Il Settecento fu il secolo delle grandi trasformazioni, dettate dal bisogno di ampliare il Santuario a causa dell’aumento dei visitatori. La chiesa venne girata di 180°, assumendo l’assetto attuale: a est venne collocato il portale (1712), a ovest il presbiterio nel quale presero posto l’altare in marmo policromo (1739), la nicchia quattrocentesca con la statua della Vergine abbellita poi (1764) dall’ancona, pure in pietra policroma disegnata da Domenico Carboni. Si collocò il prezioso organo con cassa ad intaglio sacrificando, purtroppo, tre affreschi. Si costruì la sacrestia sulla cui volta furono affrescate scene di litanie del rosario (1755).

GLI AFFRESCHI RITROVATI

Nella prima metà del Cinquecento (1510-1534) si realizzò il ciclo degli affreschi alle pareti della navata, di Scuola lombardo-veneta, si tratta di ex voto, 159 figure intere di Madonne e di santi oggetto della devozione popolare. Ad essi la gente ricorreva nei momenti di bisogno: pregava S. Antonio abate che proteggesse gli animali domestici da malattie e incidenti, S. Rocco e S. Sebastiano che allontanassero le malattie e le pestilenza, le S.S. Apollonia e Lucia perchè tenessero lontano, rispettivamente, il mal di denti e il male agli occhi, S. Liberata perchè assistesse le partorienti e così via.
Nel Seicento si dipinse l’affresco raffigurante il martirio di S.Erasmo (1619), Vescovo di Formia, la cui devozione era molto diffusa in quel tempo; venne posata la campana maggiore (1684) sulla torre campanaria quattrocentesca.

Nella seconda metà del settecento gli affreschi furono ricoperti da uno strato di calce stesa per ordine del Vescovo Marino Giorgi (1777), probabilmente per motivi igienici, e da allora degli affreschi se ne perse la memoria.

Il ciclo di affreschi venne completamente recuperato e restaurato col volontariato della contrada di Cerezzata negli anni Settanta del 1900. Gli affreschi sono di Scuola lombardo-veneta e rappresentano un unicum importante sotto il profilo sia artistico, sia storico.

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